Il bastone del Maestro delle Cerimonie è essenzialmente uno strumento di misura, un metro. Dovrebbe avere delle tacche per delle misure intermedie, la sua lunghezza è di 144 cm, il doppio di quello dei Diaconi, e la sezione è di 4×4. Il bastone è anche considerato il simbolo del tutore, del maestro indispensabile nell’iniziazione. Servirsi del bastone per far camminare, non significa colpire ma appoggiarsi: il discepolo procede appoggiandosi ai consigli del maestro (Hampate Ba, Amadou, Kaydara, pubblicazione UNESCO).
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Sostegno, difesa, guida, il bastone diventa scettro, simbolo di sovranità di potenza e di comando nel campo intellettuale e spirituale e nella gerarchia sociale. Il bastone, segno d’autorità e di comando in Grecia, non era riservato esclusivamente ai giudici e ai generali ma anche, come segno di dignità, a certi maestri dell’insegnamento superiore. Sappiamo che i professori che avevano il compito di spiegare i testi di Omero portavano un bastone rosso (colore riservato agli eroi) quando interpretavano l’Iliade e un bastone giallo (come segno dei viaggi eterei di Ulisse sul mare celeste) quando parlavano del Odissea. Il bastone è il segno dell’autorità legittima affidata al capo eletto. Il mazziere nei tempi antichi era un capo eletto che nelle processioni portava il bastone o il gonfalone di una confraternita. Ricordiamo che il pastorale del vescovo, è la trasfigurazione del bastone del pastore.
Il simbolismo del bastone è pure collegato a quello del fuoco e quindi a quello della fertilità e della rigenerazione. Come la lancia e il pestello. Secondo una leggenda greca il fuoco è scaturito da un bastone. Sarebbe stato Ermes l’inventore del fuoco (pyreia), tranne quello che Prometeo portò dal cielo, sfregando l’un contro l’altro due bastoni, uno di legno duro e l’altro di legno dolce. Il fuoco terrestre sarebbe di una natura diversa, ctonia, da quella del fuoco celeste, uranico, rapito da Prometeo agli dei; questo sarebbe divenuto tellurico, secondo l’epiteto di Eschilo, per esser sceso dall’Olimpo degli immortali tra gli uomini di questa terra. Questo fuoco della scintilla, del fulmine del lampo, è fertilizzante, fa piovere o scaturire le sorgenti sotterranee, Con un colpo di bastone su una roccia Mosè scopre una sorgente alla quale il popolo viene a dissetarsi. Un sacerdote della dea Demetra percuoteva il suolo con un bastone, rituale destinato a provocare la fertilità o ad evocare le potenze sotterranee (Seckan L. e Leveque P., Le grandi divinità della Grecia, Parigi 1966, pag.136).
Una notte appare in sogno a Clitennestra lo spettro di Agamennone. Si dirige verso lo scettro di cui si è appropriato il suo assassino, Egisto. Lo afferra e lo pianta in terra come un bastone. Sempre in sogno Clitennestra, vede spuntare in cima un albero fiorito, «la cui ombra si allarga su tutta la regione dei Micenei») (Sofocle, Elettra 413-415). Questo bastone che rinverdisce e fiorisce annuncia il ritorno prossimo del figlio di Agamennone, il vendicatore, è il simbolo della vitalità dell’uomo, della rigenerazione e della risurrezione (Lanoe-Villene G. Il libro dei simboli, Parigi 1935, pag. 59).