L’Agape o banchetto massonico, è una tradizione molto antica, viene menzionato nelle Costituzioni di Anderson. Già da allora le riunioni e le assemblee di Loggia si concludevano con un banchetto. Il Cavaliere di Ramsey si sbracciava ad associare i banchetti massonici attraverso l’analogia con le feste intrinseche ai Misteri antichi Greci ed Egizi. L’agape fraterna che viene fatta seguire alla tornata è di solito abbastanza rapida e semplice, Alcune di queste però vengono dette formali e seguono un preciso rituale. Queste vengono presiedute dal Venerabile. La tavola è fatta ad arco di cerchio, o a ferro di cavallo. Nell’Agape è proibito parlare ad alta voce e fumare. Il servizio di tavola è effettuato dagli Apprendisti. Il posto del venerabile è al vertice, e quello dei sorveglianti alle estremità. Il fratello oratore si pone in testa alla colonna di meridione, ed il fratello segretario alla testa di quella di settentrione; l’oriente è occupato dai fratelli visitatori, o da ufficiali della loggia, qualora non vi siano visitatori. Eccettuati i cinque ufficiali appena menzionati, nessuno ha un posto distinto.
Le Agape e i Brindisi
Nella tradizione italiana anche i cibi sono rituali le carni usate ad esempio sono esclusivamente pollo ed agnello, sono inoltre ammesse uova, vari tipi di vegetali, pane non lievitato etc. si cerca di attenerci per quanto possibile alla tradizione salomonica. La cosa più importante però sono i brindisi. Il Venerabile decide il momento di fare il primo brindisi, batte un colpo di maglietto ed immediatamente i fratelli apprendisti escono dall’interno del ferro di cavallo, e si ritirano all’occidente (ripetendo la stessa cosa in tutti i brindisi). Tutti smettono di mangiare. Il fratello Maestro delle Cerimonie, di solito, sta da solo all’interno del ferro di cavallo e di fronte al venerabile, per essere meglio in grado di ricevere i suoi ordini e di farli eseguire. Ciascun sorvegliante si assicura della qualità massonica di tutti gli individuiche stanno sulle due colonne, scorrendo lo sguardo su di essi e riconoscendoli per massoni. Il fratello Copritore Interno va a togliere la chiave della porta, che chiude; e da quel momento nessuno più entra od esce.
Un lato curioso di queste cerimonie deriva dal fatto che esse hanno conservato una consuetudine particolare che si ritiene derivato dalle tradizioni delle logge militari, dove si faceva uso di un lessico speciale. Non si usavano bicchieri ma tazze che venivano chiamate cannoni, le bottiglie e fiaschi venivano chiamate barili, ed il vino rosso e bianco rispettivamente polvere rossa e bianca. Il piatto era la tegola. Appena pronunciato il brindisi che si ascoltava in piedi ed all’ordine, tutti alzavano il bicchiere pronunciando ad alta voce la parola “fuoco”. Di tutto ciò nelle nostre Agapi rimane solo la consuetudine di bere dopo il brindisi dicendo “fuoco”. La serie dei brindisi inizia col brindare al capo dello stato, poi al Gran Maestro, il terzo va al Venerabile della Loggia il quarto per i sorveglianti, il quinto, per i fratelli visitatori; il sesto, per i fratelli ufficiali e membri della loggia; il settimo ed ultimo, che viene detto il “brindisi del guardiano” ha una formula fissa che viene recitata in tutte le Logge del mondo, il testo è il seguente: A tutti i massoni poveri e afflitti dispersi per mare e per terra con l’augurio che possano trovare sollievo alle proprie pene e tornare presto nelle loro case se questo è il loro desiderio.